Giornalisti alla Regione Calabria, finale gattopardesco

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Più gattopardesca di così la storia non potrebbe essere. Nell’ufficio stampa della giunta regionale calabrese tutto sarebbe dovuto cambiare e, invece, nulla cambierà.

L’arrivo di Mario Oliverio sulla poltrona di governatore era coinciso con un fatto epocale (accompagnato da diffusi complimenti per l’opera di rinnovamento): la pubblicazione di una manifestazione d’interesse per individuare otto nuovi componenti dell’ufficio stampa tra i dipendenti di ruolo della giunta. Un avviso interno per il personale iscritto nell’albo nazionale dei giornalisti. Alla fine dell’iter – che è stato pure piuttosto travagliato, e vedremo perché – l’unico selezionato è Oldani Mesoraca, già inserito nel ruolo dell’ufficio stampa. Gli altri colleghi che avevano presentato domanda sono stati rispediti a casa. E, dunque, le gesta della giunta saranno raccontate da sette giornalisti esterni. Proprio com’è sempre stato finora.

E’ tutto regolare, infatti il bando rivolto agli uffici prevedeva l’eventuale «impossibilità oggettiva di utilizzare risorse umane disponibili al suo interno (dell’amministrazione, ndr)». Puntualmente, l’impossibilità si è materializzata. Non senza qualche passaggio farraginoso.

MANIFESTAZIONE TRAVAGLIATA Primo passaggio. Il 15 dicembre parte la manifestazione d’interesse, che scade il 22 dello stesso mese. Gli esterni utilizzati dalla vecchia giunta regionale vanno a casa (ma pensano a preparare un ricorso per essere reintegrati) e la Regione decide di rivolgersi al suo personale. Cosa che le farebbe risparmiare qualche milione di euro per i prossimi cinque anni. Dagli uffici arrivano le prime richieste. Ma ecco l’intoppo: il 31 dicembre l’atto viene annullato. La motivazione è che sette giorni (quelli che passano tra il 15 e il 22 dicembre) sono troppo pochi per i candidati. Tocca, dunque, rifare le domande.

La prima manifestazione

d’interesse è stata

annullata il 31 dicembre

Ogni candidato, infatti, lavora ovviamente in un dipartimento diverso dall’ufficio stampa e, per essere trasferito, deve ottenere il nulla osta del suo capo, il direttore generale. E’ in questo passaggio che si verifica – almeno in un caso documentato – una stranezza. La racconta al Corriere della Calabria Filippo Praticò, giornalista e dipendente regionale che avrebbe voluto lavorare nell’ufficio stampa. La sua domanda incassa un “sì” senza riserve nella prima manifestazione d’interesse, mentre si becca un “sì” condizionato nella seconda. In sostanza, perché si sposti bisogna trovare qualcuno che prenda il suo posto nel dipartimento Lavori pubblici (in passato, racconta al Corriere, era stato trasferito con un telegramma e senza poter replicare: per almeno due volte). Quel qualcuno non c’è: Praticò non andrà da nessuna parte.

C’È PURE IL FOTOREPORTER Resteranno dove sono anche gli altri dipendenti che avevano chiesto il trasferimento per lavorare come giornalisti. La notizia è diventata ufficiale oggi (2 febbraio 2015, ndr), con la pubblicazione dell’esito della procedura. Nessuno potrà essere utilizzato.

In organico anche

la figura del fotoreporter

“inventata” da Scopelliti

Lo dice l’atto che nomina il capo ufficio stampa della giunta regionale: «Sussiste l’impossibilità oggettiva di utilizzare, a eccezione di una unità, il dottor Oldani Rocco Mesoraca, peraltro in servizio all’ufficio stampa con la qualifica di capo ufficio stampa della giunta regionale, le risorse umane disponibili all’interno dell’amministrazione». Tutti esterni, allora, proprio com’è sempre stato. E, per completare l’operazione in continuità, sarà confermato anche il reclutamento di un fotoreporter, figura letteralmente “inventata” per decreto dall’ex governatore Giuseppe Scopelliti, che – all’epoca della creazione – si prese parecchie critiche. Ci sono sei nuovi posti di lavoro alla Regione: come sempre, saranno uomini di fiducia del governatore.

Pablo Petrasso

© AE

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